Dal 1963, la Fondazione Zucchelli sostiene le nuove generazioni assegnando, attraverso il Concorso Zucchelli, borse di studio agli allievi più meritevoli dell'Accademia di Belle Arti di Bologna. La collettiva presenta i lavori di sei giovani artisti vincitori del Concorso Zucchelli, selezionati da una giuria composta da Lorenzo Balbi, direttore artistico del MAMbo – Museo d'Arte Moderna di Bologna, e dai docenti, critici d’arte e curatori Valerio Dehò e Carmen Lorenzetti: Gioele Villani (vincitore del Premio al Talento), Michele Di Pirro (Menzione d'Onore), Nikola Filipović, Mór Mihály Kovács, Alice Mazzei, Mehrnoosh Roshanaei (vincitori del Terzo Premio).
Vicolo Malgrado 3/2, Bologna
Nell’ambito di ART CITY Segnala 2021
OPEN - CLOSE
Mostra Vincitori Borse di Studio del Concorso Zucchelli 2021 | Allievi Accademia di Belle Arti di Bologna
A cura di Carmen Lorenzetti
Nell’ambito della Mostra Vincitori Borse di Studio del Concorso Zucchelli 2021
Esposizione delle opere dei Vincitori del Concorso Zucchelli 2021 per
Premio al Talento | Gioele Villani
E Menzione d’Onore del Premio al Talento | Michele di Pirro
Bologna 7-9 Maggio 2021
Venerdì ore 12-20 | Vernice ore 18:00
Sabato ore 12-19
Domenica ore 12-19
Zu.Art giardino delle arti di Case Zucchelli
Vicolo Malgrado 3/2 | Bologna
Gioele Villani
Vincitore del 1° Premio, Premio al Talento
tree_gen/habitat/, 2021
Disegno automatico da Succosa con pennarelli su carta liscia, usa l’informatica in modo creativo inventando un linguaggio generativo (Succosa) che disegna forme bizzarre che rimandano all’intrico vegetale di un sottobosco. Capace di coniugare l’estetica dell’opera con le leggi del codice binario, potenzialmente in grado di creare infinite variazioni. E’ riuscito ad inventare un metodo originale, coerente e aperto. Infine apre molteplici possibilità di riflessione sulla relazione uomo – macchina, natura – automazione, piegandola ad una lucida definizione poetica.
Michele di Pirro
Vincitore della Menzione d’Onore
Opere di Nero Induzione, 2020
Il giovane artista riesce a coniugare l’idea di tempo ad un uso consapevole dei materiali, alla loro costruzione e interazione. L’idea di scarto, riuso e stratificazione dei materiali nel tempo lo portano alla costruzione di intensi palinsesti formali. I segni di usura sulla superficie della carta creano intensi contrasti di vuoti e pieni, che vanno lentamente a uniformarsi a causa delle proprietà chimiche di questo materiale.
Nikola Filipović
The theory of youth, 2020
L'artista usa in modo consapevole l'utilizzo il pattern floreale in un sistema seriale non fine a se stesso, inserendo la figura umana definita in termini lineari e vivaci che restituiscono la verità di movimenti e situazioni umane che da personali diventano metafore generali e identitarie. Infine c’è il recupero di un sistema adatto e propizio alla morbidezza del ricamo, trasposto in modo flessibile sulla stampa.
Mihály Mór Kovács
Hopscotch, 2019
Mosaico di pietra calcarea, marmo nero, C2FTE S2, elastorapid, struttura di ferro, evidenzia il suo interesse per le pratiche ludiche del passato, arrivando quasi ad una riscoperta archeologica che rimanda all’architettura e ai suoi materiali anche artigianali come il mosaico. Lo spazio è inteso come luogo di indagine in rapporto con l’architettura, è anche il luogo dove si evocano interstizi e segreti da scoprire e da svelare.
Alice Mazzei
Patìa, 2021
Olio su tela che si appropria della superficie attraverso lo studio di antica e accademica memoria del tema del panneggio. Il mistero dell’occultamento della realtà rimanda a poetiche legate al surrealismo. La pittura, scomposta nei suoi elementi base, è memore di esercitazioni che trovano assonanze addirittura con l’antichità classica e con la storia delle forme in senso warburghiano.
Mehrnoosh Roshanaei
The last song, 2021
Video di animazione in cui l'artista ha ricreato in 3D i fiori di Franklinia alatamaha, una pianta che dall’inizio del XIX secolo è stata dichiarata scomparsa in natura. La sparizione della forma naturale e la sua evaporazione nel cosmo è carica di suggestioni. Mentre il sonoro tratto dal canto di un uccello ormai estinto ribadisce in maniera poetica e malinconica il contenuto ecologico del lavoro.
OPEN-CLOSE
Per gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, come per tutti, è stato un anno difficile. Per lo più costretti a casa, hanno sofferto soprattutto la sporadica frequentazione dei laboratori, i luoghi del fare dove si confrontano con i colleghi e i professori, dove possono sperimentare, toccare con mano, vedere dal vivo, esercitare lo sguardo. Ciononostante non si sono dati per vinti e hanno continuato a produrre, magari nelle loro case, seguiti comunque anche da lontano. E hanno prodotto, ciascuno seguendo la propria poetica, già delineata e matura, foriera di un percorso che si sta tracciando proprio ora. Questo premio dato a sei giovani artisti ne è una prova concreta. La diversità delle espressioni e dei linguaggi utilizzati è una prova della capacità degli artisti, ma anche dell’Accademia che fornisce possibilità, suggestioni e stimoli attraverso un percorso formativo poliedrico che accoglie non solo docenti interni competenti e appassionati, ma anche seminari e workshop in un continuo confronto con l’eccellenza che viene da fuori. I giovani artisti si confrontano con il mondo e con la sfida del nuovo attraverso l’uso sofisticato delle nuove tecnologie, addirittura con il linguaggio di programmazione e la sua possibilità di declinarlo secondo un uso estetico, nella gratuità della tecnologia sottomessa all’arte e non al mercato e alle necessità della produzione. Il digitale appare anche sotto forma di video animazione poetica che sfrutta le potenzialità del mezzo per parlare di ecologia e di sparizione di specie vegetali e animali. Mentre il legame con la materialità e tattilità degli elementi terrestri, parla del tempo che passa, dell’usura e del fare del prodotto umano in senso malinconico, cosciente dell’obsolescenza programmata cui siamo sottoposti nel mondo luccicante e sfavillante della pubblicità. I bitumi e i neri densi si pongono in contrasto proprio con la perfezione tecnologica della società dei consumi. Il recupero del ricamo, del tessuto, del pattern dove si inseriscono e si perdono figure in vivaci movenze parlano di un fare lento, consapevole, di un recupero dell’artigianale e della storia legata a questo mezzo, che sfocia in un recupero identitario e culturale puntuale e generale nello stesso tempo. Il tema del gioco e dell’architettura, della spensieratezza e della gratuità si inserisce nello spazio inteso come luogo di un indagine del mezzo in rapporto all’architettura, sempre da scoprire e da svelare. Infine la pittura diventa il luogo dell’indagine di un tema antichissimo legato alla storia della pittura, scomposta nei suoi elementi base, memore di esercitazioni che trovano assonanze addirittura con l’antichità classica e con la storia delle forme in senso warburghiano.
Ecco allora i protagonisti dell’appuntamento 2021 con la Fondazione Zucchelli, che offre ogni anno la possibilità a sei studenti meritevoli di vincere una borsa di studio e opportunità adeguate di visibilità. Il Primo Premio, Premio al Talento è andato a Gioele Villani che, con l’opera tree_gen/habitat/ (2021), usa l’informatica in modo creativo inventando un linguaggio generativo (Succosa) che disegna forme bizzarre che rimandano all’intrico vegetale di un sottobosco. Gioele è riuscito così ad inventare un metodo originale, coerente e aperto, portando a maturazione altre sperimentazioni simili del suo percorso. Infine apre molteplici possibilità di riflessione sulla relazione uomo – macchina, natura – automazione, piegandola ad una lucida definizione poetica. La menzione d’onore è andata al lavoro Opere di Nero Induzione, 2020 di Michele di Pirro costruita con materiali di recupero come una coperta termica e tela secondo una poetica concettuale oramai matura, dove centrale è l’idea di tempo insieme ad un uso consapevole dei materiali, alla loro costruzione e interazione. L’idea di scarto, riuso e stratificazione dei materiali nel tempo lo portano alla costruzione di intensi palinsesti formali. Gli altri studenti hanno vinto il Terzo Premio, borse di studio. Tra questi: Nicola Filipovich che, con l’opera The theory of youth, 2020, usa in modo consapevole il pattern in un sistema seriale non fine a se stesso, inserendo la figura umana definita in termini lineari e vivaci che restituiscono la verità di movimenti e situazioni umane che da personali diventano metafore generali e identitarie. Mihaly Mor Kovacs che con Hopscotch 2019 evidenzia il suo interesse per le pratiche ludiche del passato, arrivando quasi ad una riscoperta archeologica che rimanda all’architettura e ai suoi materiali anche artigianali come il mosaico. Alice Mazzei recupera con l’idea del “pathere” l’idea warburghiana del gesto e dell’espressione e si appropria della superficie attraverso lo studio di antica e accademica memoria del tema del panneggio. Il mistero dell’occultamento della realtà rimanda anche a poetiche legate al surrealismo. Mehrnoosh Roshanaei con il video di animazione The last song, 2021, coniuga in modo appropriato e puntuale estetica della forma e contenuto. La sparizione della forma naturale e la sua evaporazione nel cosmo è carica di suggestioni. Mentre il sonoro tratto dal canto di un uccello ormai estinto ribadisce in maniera poetica e malinconica il contenuto ecologico del lavoro.
Carmen Lorenzetti, curatrice*
*docente di Storia dell’Arte Contemporanea e Ultime Tendenze delle Arti Visive | Accademia di Belle Arti di Bologna
Open-Close. Mostra dei Vincitori del Concorso Zucchelli 2021
Venerdì 7 maggio, presso Zu.Art giardino delle arti di Fondazione Zucchelli apre Open-Close. Mostra dei Vincitori del Concorso Zucchelli 2021, a cura di Carmen Lorenzetti.
Anche quest’anno, la Fondazione Zucchelli propone la mostra degli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, vincitori del Concorso Zucchelli. La scelta dei giovani artisti tiene presente la pluralità di media con cui si esprimono, che va dalla pittura, alla scultura, all’installazione, alla fotografia fino al video o alla performance, a testimonianza del dibattito sempre vivace che l’Accademia propone anche attraverso conferenze, seminari e workshop di teorici e artisti noti a livello nazionale ed internazionale.
Data la particolare situazione che stiamo vivendo, la riflessione degli studenti quest’anno ruota anche attorno alle conseguenze dei vari decreti del Presidente del Consiglio, che hanno visto chiudere scuole e università e imporre una didattica a distanza di cui, in particolare gli artisti che fanno esperienza con le “cose” e non solo con le teorie, hanno particolarmente sofferto.
Sono diventati ancora più attuali temi come la malattia, la segregazione, la solitudine unitamente a percorsi eterogenei che riflettono sulla forma e sulle metodologie dell’arte, che i docenti mettono in campo, insieme a riflessioni sul corpo e sul rapporto con il sociale.
Per l'installazione delle opere, gli studenti si confronteranno con i locali di Zu.Art, con il suo giardino utilizzato come luogo di connessione con la città, e la serra che con le sue vetrate si propone come termine medio di connessione tra interno ed esterno.
7-8-9 maggio 2021
venerdì 7 maggio | ore 12-20 | vernice ore 18
sabato 8 maggio | ore 12-19
domenica 9 maggio | ore 12-19
Modalità di accesso e prenotazione
Gratuito su prenotazione all’indirizzo email eventi.fondazionezucchelli@gmail.com e ad accesso limitato
https://www.culturabologna.it/artcity
ART CITY Bologna 2021 promosso dal Comune di Bologna nell'ambito di Bologna Estate.